MILANO E IL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO: SU CASA, VERDE, INFRASTRUTTURE IL PUBBLICO DECIDA
Il Piano di Governo del Territorio può essere un'occasione per il futuro di Milano.
Un'opportunità che non va sprecata.
Per questo chiediamo che cambi radicalmente, poiché pensiamo che il documento attualmente in discussione presenti alcuni principi condivisibili, di cui vanno meglio precisate le modalità di applicazione, alcune ambiguità ed alcuni errori grossolani.
Il tanto atteso nuovo piano di Milano, quello che dopo trent'anni dall'approvazione dell'ultimo piano regolatore dovrebbe passare alla storia della città, rischia di qualificarsi invece come un piano che non tutela a sufficienza l'interesse pubblico e sceglie di non scegliere su troppi terreni.
Non scelte, innanzitutto, sulla strategia generale di sviluppo urbano. Spiccano infatti imbarazzanti assenze a qualsiasi riferimento alla dimensione metropolitana della città, alle sue vocazioni produttive e imprenditoriali; mancano politiche urbanistiche specifiche per funzioni produttive e servizi innovativi, in un territorio metropolitano che ancora oggi produce il 10% del PIL nazionale.
La parola d'ordine dell'assessore Masseroli è perfettamente coerente con questa impostazione e con questo approccio riduttivo che vede la città come un "contenitore di residenti", contenitore per di più limitato ai confini comunali, impermeabile a quanto avviene al di fuori di essi.
Il nostro contributo è quello di chi vuole affrontare concretamente i problemi della città e le nostre proposte vanno in questa direzione.
In particolare nel ribadire i concetti generali già espressi in occasione del dibattito in consiglio avanziamo alcune richieste di modifica del PGT.
Richieste che per noi rappresentano una base per un confronto reale che ci permetta di licenziare in alcune settimane il Piano.
Richieste che sono una condizione per avviare quel dialogo a cui tutti fanno riferimento e che ha senso solo se diventa l'occasione per affrontare questioni reali che riguardano la vita della città e dei milanesi.
Ci auguriamo che alle nostre proposte che elenchiamo schematicamente di seguito e a cui fanno già riferimento alcuni emendamenti presentati (o alle quali possono riferirsi nuove soluzioni identificate in occasione del dibattito in Aula), si risponda affermativamente non costringendoci ad un'opposizione ancora più dura di quella praticata in questi giorni.
Nell'elencare i punti principali che intendiamo porre all'attenzione della città, del Consiglio e dell'amministrazione comunale (si tratta di un primo elenco non esaustivo delle diverse e profonde modifiche che avanziamo) riaffermiamo il principio guida che li tiene insieme e che riguarda l'urgenza maggiore oggi presente : il Comune deve decidere di più e meglio quali politiche realizzare. In particolare in relazione alla casa, alle infrastrutture, ai servizi, alla tutela del verde non si può lasciare tutto alle dinamiche di mercato senza orientare le scelte e stabilire con chiarezza gli obiettivi.
Per questo avanziamo le seguenti proposte :
Si inauguri una nuova politica per la casa, dando vita al "mercato dell'affitto calmierato", molto più coraggiosa di quella praticata sin qui, e in particolare, si esca dalle ambiguità oggi presenti nel PGT, decidendo di destinare il 50%, della nuova residenza costruita nei diversi ambiti (ATU, TUC etc.) all'affitto sociale, concordato, moderato e con patto di futura vendita
Si dia vita ad un nuovo e grande parco cittadino, un Central Park milanese, destinando l'intero Scalo Farini (100% dell'area, 650mila mq) a verde
Si vincoli Ferrovie dello Stato a destinare tutte le risorse derivanti dalla trasformazione degli scali ferroviari in interventi infrastrutturali (secondo Passante, circle line del ferro, un'unica stazione per l'Alta Velocità in città) e non per ripianare i bilanci.
Si cancelli il Tunnel Linate-Rho. Un'opera inquinante, invasiva per la città, estremamente costosa e che scaricherà sulla città volumi di traffico inaccettabili. Con quelle risorse si potrebbero realizzare le metropolitane o interrare collegamenti interquartiere periferici e più utili, coinvolgendo quei privati interessati ad investire nel tunnel
Si stabiliscano meccanismi di controllo della perequazione per evitare che i privati scambino volumi sulla testa di Milano e al di fuori di una verifica puntuale dell'interesse pubblico. Il tutto attraverso il protagonismo di un ente pubblico che svolga questa funzione di controllo e verifica
Il Parco Agricolo Sud non si difende lasciandolo com'è ora, come chiede qualcuno, né con una perequazione totalmente guidata dal mercato, come ha previsto il PGT. Noi vogliamo realizzare il più grande parco agricolo pubblico d'Europa con la Compensazione urbanistica, e cioè limitando lo scambio dei diritti edificatori tra ben determinate aree cui dare priorità, con il duplice obiettivo della conservazione delle aziende agricole nella loro originaria integrità e in modo da determinare, una volta attuati gli scambi, un disegno pubblico riconoscibile. Fissando alcuni punti chiari : i diritti edificatori non ricadano in alcun modo dentro ai confini del Parco stesso; l'indice perequato ottenuto passi da 0,2 (mq su mq) a 0,1 come proposta del PGT milanese per un confronto con i Comuni e la Provincia
Si valorizzi il sistema delle Cascine, riconoscendone la storia e il valore agricolo e culturale
Si investa sulla qualità del costruire e sull'efficienza energetica. Non premiando tutti, anche le case inefficienti dal punto di vista energetico, come prevede adesso il PGT, ma solo la classe A, riducendo progressivamente le volumetrie per le classi energetiche inferiori
Si creda nella mobilità ciclistica completando la "coperta scucita", fatta di brandelli e moncherini di percorsi ciclabili interni alla città, unendoli fra loro e creando una rete utile alla mobilità urbana quotidiana di chi usa la bici
Si aumenti la dotazione complessiva di servizi considerando come parametro non la popolazione residente ma quella "fluttuante" prevista dal Piano che finisce comunque per incidere sulla qualità della vita della città e in questo quadro si inserisca la rete Wireless tra i servizi essenziali per garantire sviluppo economico, culturale e sociale di Milano
Ci siano più verde e servizi nell'area di Porta Genova (e dei Navigli), costruendo meno come deve avvenire in tutti i Nuclei di Antica Formazione (non in altezza per rispettare l'armonia e la storia del quartiere), investendo sulla riqualificazione culturale e sociale di una zona segnata da errori pubblici e degrado privato
Si chiariscano i termini della riqualificazione di Ortomercato per permetterne il rilancio nel nome della legalità. In questo quadro si rendano pubbliche le valutazioni economiche alla base dello "scambio" Macello-Ticinello, concordato (stando alle informazioni di stampa) con l'ing. Ligresti, al fine di evitare un'operazione che nei fatti non tuteli sufficientemente l'interesse pubblico
Si forniscano le garanzie necessarie a prevedere lo spostamento del commercio all'ingrosso ancora presente nel quartiere Sarpi-Canonica.
Si confermi la realizzazione della BEIC nell'area prevista e si chiariscano le condizioni riguardanti le risorse economiche a disposizione per il progetto.
Si presenti, prima di ipotizzare lo spostamento del Palazzo di Giustizia e del Carcere di San Vittore, un progetto serio – oggi inesistente – riguardante le ipotesi alternative e si coinvolga il mondo dei professionisti e degli operatori per studiare in forma condivisa le soluzioni migliori
Le quindici questioni che poniamo – tra loro molto differenti – sono per noi essenziali e rappresentano passi avanti che ci aspettiamo faccia, nell'interesse della città, il Piano.
PD – Gruppo Consiliare
Roberto Cornelli, Segretario Provinciale PD:
"Il PD è pronto al dialogo sul tema del PGT purché avvenga nei luoghi istituzionali. I nostri emendamenti e le nostre proposte esprimono la necessità che i processi di sviluppo della città siano davvero governati da una regia pubblica. Il PGT di Masseroli non lo fa. Noi, ad esempio, diciamo no ad opere faraoniche come il tunnel ma sì a una vera rete di infrastrutture che colleghino la città all'area metropolitana. Sì a valutazioni naturalistiche sul verde a Milano. E sì a riconsiderare quali servizi e come gestirli per una città riprogettata in funzione di una forte crescita demografica."