giovedì 26 gennaio 2012

USCIRE DALLA CRISI - martedì 31 Gennaio ore 21

martedì 31 Gennaio - ore 21 - c/o Umanitaria - Ingresso Via San Barnaba, 48

USCIRE DALLA CRISI
LE PROPOSTE DEL PD PER LA CRESCITA E L'OCCUPAZIONE
Assemblea organizzata dal Gruppo PD Regionale e dal PD di Milano come contributo alla conferenza programmatica

Relazione introduttiva:
Stefano Fassina - Responsabile Economia e Lavoro PD nazionale

PARTECIPANO:
Francesco Laforgia - Coordinatore PD Milano, Maurizio Martina - Segretario regionale, Franco Scarpelli - Forum Lavoro PD regionale, Stefano Tosi - Consigliere regionale -Segretario Commissione attività produttive

Modera:
Laura Specchio – Responsabile Lavoro e Professioni PD Lombardia

INTERVENGONO:
Onorio Rosati - Segretario Camera del Lavoro di Milano, Gigi Petteni - Segretario Generale CISL Lombardia, Walter Galbusera - Segretario generale UIL Milano e Lombardia, Ambra Redaelli – Vice Presidente Confindustria Lombardia, Giuseppe Vivace – Segretario CNA Lombardia, Giovanna Mavellia - Segretaria Generale Confcommercio Lombardia, Daria Bottaro - Esecutivo Confprofessioni Lombardia

Comunicato sulle proteste per lo spettacolo "Sul concetto di volto nel Figlio di Dio"

Il circolo PD Romana-Calvairate esprime la sua solidarietà al teatro Franco Parenti e agli attori dello spettacolo diretto da Romeo Castellucci "Sul concetto di volto nel Figlio di Dio", che continuano ad essere al centro di polemiche strumentali ad opera di gruppi integralisti cristiani e movimenti di estrema destra che vorrebbero impedire la messa in scena dell'opera.
Noi crediamo che la libertà di espressione non possa mai essere messa in discussione, soprattutto se la scelta di immagini forti non è volta ad offendere la sensibilità altrui, ma è lo strumento scelto per stimolare una ricerca interiore.

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Il Coordinamento
Circolo Romana Calvairate

Comunicato stampa

Il circolo PD Romana-Calvairate esprime la sua solidarietà al teatro Franco Parenti e agli attori dello spettacolo diretto da Romeo Castellucci "Sul concetto di volto nel Figlio di Dio", che continuano ad essere al centro di polemiche strumentali ad opera di gruppi integralisti cristiani e movimenti di estrema destra che vorrebbero impedire la messa in scena dell'opera.
Noi crediamo che la libertà di espressione non possa mai essere messa in discussione, soprattutto se la scelta di immagini forti non è volta ad offendere la sensibilità altrui, ma è lo strumento scelto per stimolare una ricerca
interiore.

martedì 24 gennaio 2012

4 febbraio 2012 apertura conferenza programamtica PD

FACCIAMO GRANDE MILANO: GOVERNARE L'AREA METROPOLITANA IN TEMPO DI CRISI

Assemblea di avvio della conferenza programmatica del Partito Democratico di Milano e provincia

 

Salone degli Affreschi

Società Umanitaria – Via Daverio 7 – Milano

4 febbraio 2012 – ore 9.30 – 13.30

 

Siete invitati a questo primo appuntamento della conferenza programmatica che ci vedrà impegnati dal 4 febbraio in una serie di incontri sino al 17 marzo, giornata interamente dedicata alla chiusura della conferenza programmatica.

Durante questo primo appuntamento discuteremo di crisi economica e di governo dell'area metropolitana.

E' prevista la presenza di Enrico Letta, vice segretario nazionale del Partito Democratico

lunedì 23 gennaio 2012


Bersani: "Con Monti senza se, senza ma e senza tacere le nostre idee"

"Costruiamo la politica del domani trasmettendo fiducia e solidarietà". Replica conclusiva - testo completo - del Segretario Pier Luigi Bersani, all'Assemblea Nazionale del PD (VIDEO). "Uscire dall'emergenza, preparare la Ricostruzione" - Relazione d'apertura e gli interventi all'Assemblea

pubblicato il 21 gennaio 2012 , 1936 letture

Pier Luigi Bersani - Assemblea Nazionale 2012
La replica del Segretario del PD Pier Luigi Bersani, ha concluso i lavori dell’Assemblea Nazionale del Partito, facendo una sintesi degli elementi emersi nei dibattiti in plenaria (TESTO COMPLETO)

Leggi la relazione di Bersani di apertura dei lavori e gli interventi all'Assemblea Nazionale.

Se mi permettete comincerei con un cenno di ricordo e di saluto nell’anniversario della morte di Enrico Micheli, che cade oggi. Per ricordare un amico vero, un pilastro autentico delle politiche di governo del centro-sinistra, una persona gentile, una persona intelligente, spiritosa, simpatica e, credo si possa dire, un democratico ante-litteram. Per tutte queste cose salutiamo ancora una volta Enrico Micheli.

Ora io dico subito che questa è stata una bella discussione. Vorrei far notare che quando non ci sono grandi necessità di posizionamento riusciamo ad essere un gruppo dirigente che si ascolta. Ci sono stati splendidi interventi ma c’è stato molto più ascolto oggi di altre volte. Per quello, per quel motivo. Vorrei dire, inoltre, che abbiamo avuto un Assemblea senza lazzi, frizzi, ricchi premi e cotillon, ma, lo dico anche a chi ha la pazienza di osservarci, questo è un organismo dirigente. Qui non si fanno comizi o cabarèt. Qui si studia per dare la strada giusta ad un grande partito. Poi ci saranno tempo e luoghi anche per i comizi e per gli spettacoli. Credo che ieri abbiamo avuto una raffigurazione molto plastica delle enormi risorse che abbiamo. In termini di protagonismo e di comprensione della materia, dirò così, sui grandi temi europei.

 
Questo è un asset per noi. Non c’è nessun partito in Italia che, neanche lontanamente, possieda la tematica europea e l’iniziativa europea come il nostro. Oggi il tema è diventato, come si sa, crucialissimo. Io vorrei fermarmi un minuto su una cosa che è stata discussa ieri, senza riprendere tutto il tema ovviamente. Quale domanda, in fondo, è rimasta inevasa ieri? Inevasa perché è difficile darle una risposta, in quanto ognuno dice la sua, ma ancora non ci siamo. Perché l’Europa si è trovata nell’epicentro della crisi? Quando è arrivata la crisi, lo hanno ricordato in tanti(come ad es. Visco), l’Europa stava piuttosto bene rispetto a tante altre parti del mondo. Poi quando è arrivato l’urto della crisi si è scoperto improvvisamente, che cosa? Che l’Europa non aveva le risorse per reagire, a differenza di altre parti del mondo più deboli dell’Europa, che hanno trovato le risorse per farlo. Perché non ha avuto questa forza? Allora Gualtieri diceva: ”non credo si sia trattato solo di un problema istituzionale, cioè per delle istituzioni ancora incoerenti con l’Euro”. Io sono d’accordo con lui. Perché, in fondo, lui ha dimostrato che sarebbe stato possibile reagire più fortemente anche stando dentro i trattati, che pure sono insoddisfacenti. C’è un deficit politico. Non ci sono risorse politiche sufficienti per una politica europea che non sia la sommatoria dei singoli stati. E anche qui, perché non ci sono queste risorse politiche? Io mi do una risposta, non so se sia giusta. Ma io credo che in tutto questo periodo che abbiamo alle spalle, dall’Euro in poi, sostanzialmente, lo dicevo anche un po’ nella relazione, questa frusta della globalizzazione che ha dato a parti del mondo (l’America latina, la Cina) una psicologia acquisitiva, la sensazione che il mondo vada avanti galoppando, ha, invece, dato una frustata micidiale, ha scompaginato quello che abbiamo chiamato il modello sociale europeo.

Che però, attenzione, quando diciamo modello sociale europeo ci riferiamo a una media all’ingrosso di welfare nazionali. La media all’ingrosso è l’alta fiscalità, un welfare strutturato, tutela alta del lavoro. E questo è certamente stato scompaginato. Però nell’esperienza di ogni paese europeo il welfare è una grande acquisizione nazionale. Anche la sinistra si è organizzata intorno ai grandi temi di welfare come acquisizione nazionale.

Non c’è nessun dato che venga percepito come grande acquisizione europea. Quando l’Europa ha provato ad andare al dunque del tema sociale, Lisbona, non c’è arrivata.
E quindi la difesa dalla frustata ognuno se l’è fatta a casa sua facendo prevalere meccanismi difensivi. Cosa che ha incoraggiato il populismo, la destra ha vinto, le sinistre si sono sbandate. E nessuno ha riconosciuto in Europa, in questo decennio, un luogo in cui si potesse combattere sul tema che interessa alla gente. E cioè come faccio a difendermi sotto la frusta di chi non paga le tasse, contro paesi, come la Cina, dove non sanno cosa siano i diritti dei lavoratori? Come faccio a difendere quello che ha acquisito? Quale altra strada? Lì l’Europa non c’era. E ci siamo trovati nella situazione in cui per difendere l’Euro dalla crisi finanziaria ecc. siamo ancora in un meccanismo ripiegato.

Cosa ci dice tutto questo? Ci dice che mentre noi costruiamo la piattaforma europea, non possiamo costruirla solo sul punto: e adesso come facciamo a rispondere alla crisi finanziaria? Che si porta dietro tutte le cose che abbiamo detto. Tutte giuste per di più. Il tema di fondo è ancora: ma come rifacciamo il modello di welfare? Quello è il tema di fondo. E noi Partito Democratico dobbiamo dare una mano su questo punto.

Come si fa a garantire meccanismi di crescita che mettano l’Europa nella zona alta della competizione? Tutelando il lavoro? Facendo un welfare più flessibile, più mirato? Oppure mettendolo in equilibrio con meccanismi di redistribuzione che consentano alla gente di pagarsi i beni e, magari, anche qualche servizio. Come troviamo i territori di crescita, non solo quelli ambientali, il circuito della conoscenza. Cioè noi dobbiamo riuscire a vedere se dal fronte progressista viene una risposta sul tema sostanziale. E se riusciamo a trasferire questo tema sostanziale - altro che Lisbona 2,3 e 4 - a una dimensione europea. Perché altrimenti facciamo fatica a venirne fuori. Come Europa e anche come progressisti.

Quindi torna il tema del progetto nostro. A questo punto torno sul dibattito di stamattina ed ai temi diciamo così di casa nostra. Io penso, francamente, nella relazione di aver detto delle parole chiare, nonostante la birra. Poi io non riesco, francamente, ad arrendermi all’idea che una persona umana non possa bersi una birra in pace. Proprio in nome della comune umanità degli uomini, delle donne e anche di quelli che fanno politica. L’importante è dire che io la birra l’ho pagata. Con tanto di scontrino.

Poi ho letto che ieri io avrei preso le distanze da Monti. Mi scuso se non sono stato chiaro. Noi siamo a sostegno del governo Monti senza se, senza ma e senza tacere le nostre idee. Sono stato chiaro? Come posso essere più chiaro? Perché se si fa finta di non capirlo vuol dire che si ci sta lavorando su. Siamo stati limpidi, chiari e coerenti. E lo saremo. E diremo la nostra. A fin di bene diremo la nostra. Perché io ho promesso sincerità e trasparenza dal primo giorno in cui si è insediato questo governo. E così sarà. Liberalizzazioni? Noi siamo entusiasti, che dopo cinque anni di silenzi e di arretramenti, ci sia un governo che sta otto ore e non nove minuti e mezzo sulla finanziaria, ne siamo entusiasti. Otto ore su un pacchetto largo di manovre che colgono un universo vastissimo. Benissimo. E là dentro ci sono cose significative. Benissimo. Diciamo bene, proporremo di fare di più. Lo proporremo in Parlamento. Lo proporremo con emendamenti precisi, che si capiscano.

Ed io dico subito su cosa metteremo gli emendamenti. Primo punto, prima domanda: cosa cambia per il cittadino domani mattina? In queste norme c’è un po’ troppo spesso, non dico sempre, ma un po’ troppo spesso e qui rimando il dc al pcm (presidenza consiglio ministri), che abbiamo visto che a volte arriva e poi non arriva, un'altra volta bisogna rifare un contratto, l’altra volta bisogna cambiare la pianta organica e via via. Bisogna stringere un po’ perché altrimenti il sospetto che per le varie vie, non per questo governo, non per Monti, tante cose finiscano in cavalleria, c’è. Quindi, il primo piccolo gruppetto di emendamenti sarà questo. Secondo gruppetto di emendamenti, saranno sempre a fin di bene. Perché attenzione, adesso c’è euforia, siamo contenti tutti, anche noi più di ogni altro, ma poi i giorni passano e passano le prime settimane e noi siamo un partito che non vive solo quel giorno lì. Ed io dico metti che si scopre che i 500 notai in più sono ancora quelli che erano già previsti per il 2009/2010/2011, per esempio. Se si scopre che non ci sarà più l’equo compenso per i praticanti. Vogliamo scherzare? Se si impara per esempio che si separa la rete per il gas, ma è già tre volte che si infila questa colonna di pcm che dovrebbero arrivare. Se si scopre che si chiude il secondo canale dei farmaci e dei parafarmaci mandando sostanzialmente al macero le parafarmacie in nome dell’allargamento di 5.000 nuove farmacie, permettetemi un sorriso, e poi veniamo a sapere che nei concorsi per aprire le nuove farmacie chi ha lavorato in una parafarmacia prende il 70% dei punti di chi ha lavorato in una farmacia. Ma abbiamo i farmacisti negri adesso? Scusate. E qui mi fermo ma potrei andare avanti.

Noi siamo per il bene e per di più. Conosciamo le cose, lavoreremo per incalzare. Qualcuno potrebbe dire: a quale titolo? Perché oggi ho sentito in una trasmissione qualcuno che diceva: “intanto che Monti faceva tutte queste cose Bersani si beveva una birra”. Per farvi capire come è messa la politica oggi. Poi ho letto di un commentatore che scriveva: “forse è poco, ma è la prima volta”. E qui mi fermo. Allora, siccome sapete che non sto parlando per me, se ci conosciamo, sapete che non sto parlando per me. Però, per Bacco, che non si riscriva la storia. Attenzione, c’è stata una politica, quella dei governi di centro-sinistra, che ha fatto alcune cose.

La liberalizzazioni delle telecomunicazioni chi le ha fatte? Quando l’Italia si è svegliata una mattina ed erano scomparse le licenze commerciali e le tabelle merceologiche e così via, chi l’ha fatto? La riforma del mercato elettrico e lo spacchettamento dell’Enel (unico caso del continente) e adesso l’Enel è una delle prime società mondiali, chi l’ha fatto? E quando ci si svegliava un mattino e le banche imparavano, il mattino dopo, che ci rimettevano due miliardi di euro per un certo numero di portabilità e per il massimo scoperto o quelle di telecomunicazioni ci rimettevano una miliardata soltanto per le ricariche, e urlavano, questo lo ha fatto una politica coraggiosa. E quindi noi, a differenza della destra che in cinque anni ha fatto solo delle marce in dietro, noi cari commentatori abbiamo il diritto di parlare. Ok? E sennò ci vediamo in tv con qualcuno di questi e facciamo una bella chiacchierata.

Nel mio discorso di ieri vorrei fosse aggiunta, come parte integrante, il discorso di Bruna Dini di poco fa, che abbiamo tutti ascoltato. È così, dobbiamo avere orecchio per la situazione. Quando dico la preoccupazione non deve diventare paura, lo dico perché percepisco, possiamo percepire, che in larghi tratti, anche di imprese oltre che di lavoratori, può scattare veramente la paura. Ecco perché dico mettiamo l’occhio su questi temi economici e sociali, cominciamo con il dare qualche segno. E qui lo dico al governo e lo ripeto.

Guardiamo alla Sicilia; fatemi dire una parola sulla Sicilia. Benissimo, il disagio, il problema. Una prima adesione anche di popolazione a una protesta che è apparsa spontanea. Ma in questo momento in molti luoghi della Sicilia un anziano che scende a comprare qualcosa in negozio non trova niente, non so se è chiaro. Ci sono in corso blocchi e intimidazioni. Il governo dice che riceverà Lombardo mercoledì. Pare che non fermino il blocco. Beh o fermano il blocco ed aspettiamo mercoledì oppure si richiamano e se non sbloccano si fanno intervenire i prefetti. E dico anche come Burtone ha ricordato, quel pezzo di politica che orecchia questo movimento, e sappiamo qual è, è stata zitta in questi tre anni di disastro. È una vergogna. È stata zitta.

Ed ho citato questo caso ma, quando ieri facevo cenno a temi industriali e territoriali in Italia ce ne sono parecchi. L’Aquila ad esempio è ancora lì, ce ne siamo dimenticati? I casi industriali ho citato il Sulcis, ma potrei citare Castellammare, Genova, la Lumigiana. C’è una nave che … Bisogna esserci. Non bisogna aver paura di esserci. Perché avremo un anno complicato. Ed il paese ha bisogno di percepire un governo che fa le cose, che fa le leggi, che fa tutto ma che c’è su queste cose.

È per questo che ribadisco il mio invito accorato ad attrezzarsi per affrontarli questi temi. Perché siamo e saremo in una situazione non semplice. Secondo: ho detto mettiamoci dentro il calore della solidarietà. Nella mia relazione ho detto che il paese ha visto per la prima volta verità e competenza. È una cosa magnifica dopo l’incompetenza e le bugie che hanno presidiato tre anni e che ci hanno portato qui. È stato un elemento vero di cambiamento. Il linguaggio, la sobrietà, dire la verità, dire le nostre difficoltà, cominciare a parlare dei problemi finalmente. Dico, allora, aggiungiamoci il calore, la solidarietà, partiamo dalle situazioni più difficili, mettiamoci dentro un po’ d’anima. S’è detto i primi giorni.

Ci sono anche proposte del centro-destra sui diritti di cittadinanza. I figli degli immigrati nati qua ecc, non costa niente. Il lavoro. Io torno su questo punto, apriremo un confronto col governo su questo tema qui. Noi dobbiamo fare un po’ di lavoro, mettere in moto un po’ di lavoro. Le idee ci sono, l’ho detto prima. Noi abbiamo una decina di proposte sull’economia vera: dobbiamo muover qualcosa nel patto di stabilità con gli enti locali, bisogna sviluppare un po’ di rete tecnologica, dobbiamo avere un qualcosa di politica industriale, bisogna fare un po’ di pagamenti per le imprese. Abbiamo le idee, apriremo un confronto con il governo su queste cose qui. Perché mi paiono francamente prioritarie. Dopodiché, l’ha detto prima Baretta nel suo intervento, se ci vogliono un po’ di soldi non è impossibile. Non è impossibile trovare soldi per queste cose qua e non sempre per fare manovre di aggiustamento. Perché noi dobbiamo dire al sistema economico che c’è anche qualcosa che si sta muovendo, lo diceva anche la Bruna poco fa. La fiducia deve esserci, ma deve attaccarsi anche a qualche rampino.

E questo quindi è un tema che dovremo stressare come Partito Democratico. Perché le liberalizzazioni sono importanti, il mercato del lavoro è importantissimo, ma ci vuole quest’altra gamba. Fine. Arrivo a chiudere così. Ho detto prima che questo è un organismo dirigente, abbiamo svolto una buona discussione. Adesso torniamo a casa e sappiamo che poi sostanzialmente ci siamo noi nel paese. Ci siamo noi, non solo noi, ma noi siamo nel paese.

In un momento non semplice in cui non è facile far intendere che chi si è visto allungare di quattro o cinque anni l’età pensionabile ferma noi per strada, ferma me. Non è facile farlo capire. A proposito della politica. Che poi è questa cosa qua, essere effettivamente a disposizione di chi ti ferma per strada. Questa qua è la politica.
Non è facile far capire che non è vero solo quello che si rispecchia nel circuito politico, mediatico, governativo ecc., e quindi quella stessa persona ti dice: “ma come faccio io a digerire quattro o cinque anni di allungamento dell’età pensionabile e non poi mi toccano un notaio”. Come glielo spiego? Cosa gli dico? E ma sai, in questa processione qui Corsaro, Gasparri, Gianni Letta a Palazzo Chigi evidentemente hanno trovato qualche loro soluzione. Glielo spiego così? Ecco. Qui siamo in un mondo vasto e terribile, non si scherza mica. Siamo nel mezzo di un problema serio.

E quindi noi per primi ma governo, mezzi d’informazione attenzione che: “prima di tutto l’Italia e salvare l’Italia”, tocca a tutti. Tocca a tutti. E non sempre chi ti loda di più è un amico vero. Io questo l’ho detto a Monti, posso rivelare il contenuto di questo colloquio. Gli ho detto:”guarda che spesso l’encomio smisurato che ti fanno è la condizione dell’oltraggio che vogliono fare alla politica” e invece noi siamo insieme a fare questa battaglia. Ci giocheranno a metterci l’uno contro l’altro ma non temete il rapporto è solido e abbiamo a che fare con gente intelligente, di serie A, che non si impressiona di questi giochini.

E diamo qualche buon consiglio a quel circuito. Attenzione a cose troppo facili: 10% di PIL in più, 8% di occupati ecc., bisogna arrivarci.
Quindi grande serietà, grande impegno. Noi ce la mettiamo tutta, noi teniamo il solco, ci mettiamo compostezza, stiamo sull’oggetto che è questo, l’Italia e i problemi che vive. E sappiamo bene che quando si arriverà sotto, in Italia tornerà l’indignazione per una legge elettorale devastante. Anche se adesso le preoccupazioni sono altre. Mi pare di aver detto tutto in modo chiaro.

Noi non possiamo dare l’idea che noi facciamo le nostre robine e poi gli altri ci dicono: vabbè ma voi siete a posto, che problema c’è? Poi ognuno fa quel che vuole no? no dico, la legge elettorale ha a che fare con qualcosa di sostanziale della democrazia. Io aggiungo anche questo argomento: ma l’avessimo l’altro giro fatto con le primarie, cosa che sarebbe stata lodevole, con Berlusconi che vince e se li è nominati, in che cosa sarebbe cambiato il destino dell’Italia? Mi chiedo in che cosa sarebbe cambiato? Quindi noi puntiamo con ogni mezzo a una nuova legge elettorale. Mi dicono: “ma mettiamo in sicurezza”. Ho sentito che noi… Ma, non so. A parte che abbiamo già approvato dei documenti ma pro tempore che faccio il Segretario di questo partito, se ho detto che do per assunta la cosa… non è che noi possiamo metterci a ridiscutere di regolamenti ecc., mettiamoci un po’ di buon senso. Tutto qua. Con la mia piena disponibilità.
Infine, io sono convinto, che per le cose che abbiamo seminato e poi raccolto, Colaninno giustamente le ricordava, noi certamente ci siamo rafforzati, non c’è dubbio, abbiamo però dei problemi più forti adesso per come è messo il paese. Torno allora a quello cui accennavo all’inizio. Togliamoci almeno come gruppi dirigenti questo difettuccio che è la fragilità d’umore. Trasmettiamo un minimo di serenità, trasmettiamo tenuta. Ma ne abbiamo viste. Ne abbiamo viste di brutte, ma anche di belle, ne vedremo altre di brutte. Noi non siamo, lo dirò così, solo un partito nell’attuale panorama storico di questo paese, ma siamo una certa idea di democrazia del nostro paese. Abbiamo un solco largo. Non siamo solo un partito, non ho bisogno di spiegare perché.

Stiamo testardamente portando avanti un modo di essere di un partito perché abbiamo in testa un certo modo di essere di una democrazia. Riformata ma mai populista. Questo è il nostro asset. Quindi siamo la politica possibile di domani.

Ho detto consapevole del ruolo, consapevole dei limiti, che si regga su valori e che sia costruita sul collettivo e fuori dai modelli populisti. Siamo una grande opzione per l’Italia e io credo che abbiamo anche un mestiere. Un mestiere molto buono, molto importante. Il nostro mestiere non lo può fare nessun altro. E quindi dobbiamo avere anche davanti alle difficoltà, che non mancheranno, e anche davanti ai difetti che abbiamo, che sono visibili, però come gruppi dirigenti dobbiamo trasmettere questa solidità, fiducia cercando anche di mettere a frutto quello che è avvenuto quest’anno. Un’accresciuta solidarietà fra di noi. Perché un conto è passare dalla pluralità alla decisione unitaria, un conto è se in questa decisione unitaria ci metti dentro anche un po’ di solidarietà. Perche unità può essere anche una parola burocratica, solidarietà è sentirsi finalmente un partito. Indiscutibile. Siamo noi e si guarda avanti.

Grazie a tutti.

venerdì 20 gennaio 2012

Assemblea Nazionale PD

Al via la due giorni del PD, presso la Nuova Fiera di Roma.

                                                                                                           
Assemblea Nazionale 2012
 
 
Al via l'Assemblea Nazionale del Partito Democratico, l'organismo dirigente del Partito, composto da oltre 1000 delegati eletti in tutto il territorio nazionale.

Introduce i lavori della due giorni, presso la Nuova Fiera di Roma, la Presidente dell'Assemblea Nazionale Rosy Bindi.

A seguire, la relazione del Segretario Nazionale Pier Luigi Bersani: “L’impegno del PD per il futuro dell’Italia e dell’Europa”, spunto per il successivo dibattito in plenaria, dedicato nella giornata di oggi all'Europa.

E' possibile seguire l'Assemblea Nazionale in diretta su Youdem.TV (canale 808 di Sky), o in streaming sul canale Youtube o su twitter e facebook .

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Dopo l’Inno Nazionale, l’ufficio di presidenza ha preso posto sul palco e la Presidente Bindi, ha salutato la platea, dedicando il primo pensiero alle vittime del Concordia e a coloro che si stanno adoperando per evitare che la tragedia diventi più grande.

“Tragedia frutto di chi ha smarrito il senso del dovere, anche se non dobbiamo farci identificare all’estero, da questa immagine dell’Italia che come la nave continua a sprofondare”, ha esortato la Presidente.

Bindi ha ricordato anche Martino Martini, Giorgio Franceschini e Ugo Spagnoli che sono scomparsi di recente, e che”non ci hanno lasciato soli in passato e non lo faranno neanche adesso”.

Ironicamente ha presentato “i suoi”, ovvero Pier Luigi Bersani, Marina Sereni, Dario Franceschi e Ivan Scalfarotto, presenti in Presidenza, parafrasando la campagna 2012 di tesseramento del PD, oggetto dopo il suo lancio di controverse critiche.

“Nel 2012 - ha annunciato - terremo atre due Assemblee, perché questa è l’ultima del 2011 che è stata rimandata. C’è stata negli ultimi mesi l’acuirsi della crisi economica e di governo e poi il governo Monti. Ma non può passare in cavalleria - ha ribadito Bindi - che siamo arrivati a questo punto perché qualcuno ha concentrato l'agenda politica sui propri problemi. E che almeno dal 14 dicembre del 2010, questo Paese non ha avuto una maggioranza politica. Non è caduto il governo solo per lo spreed - ha spiegato - ma grazie anche alla nostra azione politica che ci ha portato a vittorie importanti nel 2011, alle elezioni amministrative ed una azione ferma e solida nelle sedi parlamentari”.

Bindi ha voluto sottolineare quello che sarà l'obiettivo del Partito democratico nei prossimi mesi, ovvero "far ritrovare l’autorevolezza alla politica, secondo i valori della nostra Costituzione e attraverso un sostegno reale al governo Monti".

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"Se c’è una cosa che questo inizio di 2012 rende drammaticamente chiaro è la caduta della barriera fra questioni nazionali e questioni europee. Il governo Monti ne è il simbolo più evidente: salvare l’Italia per restare in Europa, salvare l’Europa per rilanciare l’Italia. Più in generale, il futuro del continente cessa di essere un fatto tecnico, un argomento per specialisti ed entra nel piatto delle famiglie italiane, tutti i giorni". Così Lapo Pistelli, responsabile Esteri del PD ha introdotto la sua relazione all'Assemblea Nazionale

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Sul filone dell’Europa ha preso la parola David Sassoli, europarlamentare del PD, rieletto pochi giorni fa Presidente del Gruppo dei democratici europei. “Stiamo in una fase particolare perché bisogna riprendere le competizioni nelle sfide globali, per tenere insieme bilancio e crescita in Europa. Per crescere ci vogliono risorse, strumenti per regolare i mercati e rilanciare l’Europa, serve una nuova realtà politica. In Cina ad esempio ci sarà un vero ricambio generazionale nella compagine governativa, e a quell’ambizione dobbiamo rispondere indicando il nostro orizzonte politico, che dovrà andare verso la costituzione degli Stati Uniti di Europa. Il PD dovrà definire le proprie ambizioni, mettendole sul tavolo della politica, lavorando con gli altri, per dare casa e cittadinanza ai cittadini europei e orizzonte politico alla nostra azione”.

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Gianni Pittella, rieletto Vicepresidente vicario del Parlamento europeo, ha introdotto il proprio intervento parlando di Europa in generale e delle proposte del PD per uscire dalla crisi. “L’Europa è una parola generica, infatti negli ultimi tempi ci sono state risposte mediocri da parte di alcuni leaders europei. Le misure prese sulla Grecia e sull’Eurozona non hanno avuto l’effetto desiderato. Austerità significa uccidere il modello europeo, uccidere famiglie, piccole e medie imprese, quell’immagine generale di cooperazione. Adesso però, attraverso il nostro Partito e la nostra iniziativa politica con Schulz alla guida, possiamo rimettere al centro le cinque misure che serviranno per uscire dalla crisi. Iniettare liquidità nei mercati; raddoppiare il fondo salva stati; riformare le agenzie di rating, prevedendo pluralismo, sanzioni e controlli; realizzare la tassa sulle transazioni finanziarie; lanciare i project bond. E questo si può fare subito - ha concluso - rialimentando il sogno europeo e nominando un vero ministro degli esteri europeo, oltre a prevedere l’elezione diretta del Presidente del Parlamento europeo".

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“Abbiamo avanti mesi difficili sul piano sociale che potrebbero provocare rotture a livello europeo. Accentuazione dell’emergenza che porteranno interventi immediati e non di strategia di lungo tempo. Occorrono politiche di stabilità attraverso la crescita. Nessuna trasformazione della preoccupazione in paura ma sono necessarie comunque azioni difensive per bloccare la crisi. Contemporaneamente azioni di proposta per la crescita basata delle tesi keynesiane. Due strade da percorrere: l’integrazione secondo il metodo comunitario e crescita su politiche keynesiane. Gli euro bond sono necessari così come la tassa sulle transazioni”. Così Sergio Cofferati all’Assemblea Nazionale del PD.

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Massimo D'Alema è intervenuto nel dibattito all'Assemblea Nazionale del PD parlando della credibilità dell'Italia nel panorama europeo. 'Il governo Monti è credibile e autorevole e sa esercitare influenza in Europa. Oggi, dal palco del processo Mills, Berlusconi ha detto che andrebbe richiamato in campo, poi ha detto che era una battuta ma non ha riso nessuno, anzi, c'è stato un brivido", ha commentato. "Qualunque critica al governo attuale può essere superata - ha proseguito D'Alema rivolto ai più scettici - se chiudiamo gli occhi e pensiamo a chi c'era prima: è stato fatto un gradissimo passo avanti".

“Viviamo un passaggio cruciale. Siamo davanti ad una crisi aperta ad esiti diversi, compresi quelli di tipo catastrofici per l’Unione e suoi cittadini. È necessario che l’Italia ci sia in questo momento e si riappropri di quel ruolo che gli spetta nell’ambito internazionale.

Usciamo dopo un anno perduto politicamente per l’assenza di un governo (quello di Berlusconi) che ci ha portato al punto più basso della credibilità del nostro paese. Domandiamoci ora quale Europa vogliamo? La nostra partecipazione ad una battaglia politica, non può essere solo un adeguamento a standard e criteri che l’Europa ci indica. Ci sono passaggi delicati a partire dal nuovo Trattato europeo che reputo ora una scelta sbagliata perché impostata sulle sole necessità tedesche, e perché formerebbe un governo intergovernativo tra 27 paesi che avrebbe tante difficoltà e anomalie. È necessario il primato del diritto comunitario e non dei paesi membri. Una politica che preveda alla cessione di sovranità degli stati membri e che formi un modo diverso di concepire l’integrazione.

Il Trattato va ricondotto ad una logica di governo comune liberato da aspetti burocratico-automatico che potrebbero diventare una gabbia micidiale soprattutto per l’Italia. Dobbiamo condizionare il testo del Trattato ad una visione democratica e europeista.

Non è facile. Il governo Monti si sta muovendo con autorevolezza nella direzione giusta nonostante la minaccia delle decisioni delle agenzie di rating.

La sfida avviene sul terreno delle scelte politiche. Non è proibito all’Europa di aver una politica estera comune! Questa non c’è per la debolezza delle politiche comuni e per quell’assenza di volontà da parte dei tedeschi che rischia di mettere in crisi l’intero sistema europeo.

Bisogna pensare ad un nuovo progetto di gestione del debito pubblico e questo non significa che non vogliamo pagare il nostro debito. Servono strategie di crescita che integrate all’abbattimento del debito ridiano slancio alla causa europea. Un grande programma di investimenti che convergano verso la visione ecologica dell’economia e che combattano le disuguaglianze sociali. La ripresa non avviene solo attraverso la competitività.

È molto importante la novità della coalizione progressista fautrice di una spinta europeista. Essere europeisti significa non solo superare i problemi insieme, sulla base di una visione comune e coordinata delle politiche necessarie, ma anche avere un certo orgoglio comune. Dovrà aprirsi una stagione di ritorno alla politica - ha esortato D’Alema - in modo che i partiti tornino guidare il Paese. Ma non significa un nuovo ceto politico al potere, non intendo la politica, ma i nostri valori, in quanto forza progressista anche nel nome di una nuova prospettiva europea alla quale possiamo partecipare e della quale siamo protagonisti fin d’ora”.

domenica 15 gennaio 2012

Lettera all'Assessora Bisconti sulla piscina Caimi

Alla cortese attenzione
di Chiara Bisconti
Assessore al Benessere, Qualità della vita, Sport e tempo libero

p.c.
Giuliano Pisapia, sindaco del Comune di Milano 
Loredana Bigatti, presidente della Zona di decentramento 4

Oggetto: Piscina Caimi

Milano, 13 gennaio 2012


Gentile dottoressa Bisconti,


il 18 gennaio si terrà un incontro, da lei convocato, in merito alla questione della riapertura della piscina Caimi.
Nel ribadire l’apprezzamento per l’impegno della Giunta e suo personale per favorire l’ascolto e la partecipazione dei cittadini sulle scelte effettuate, desideriamo però osservare quanto segue:
i momenti pubblici di discussione e approfondimento sono stati numerosi e da questi incontri prioritaria è sembrata la volontà di una rapida riapertura della piscina al pubblico;
la riapertura al pubblico deve essere a costi e condizioni non dissimili da quelle dagli altri impianti comunali;
il Consiglio di Zona 4 ha espresso il 14 luglio 2011, con una mozione sull’argomento, posizione favorevole alla convenzione con la Fondazione PierLombardo, purché fossero garantiti l’uso pubblico e le tariffe comunali;
l’opinione del circolo del Partito Democratico Romana Calvairate e nel cui ambito geografico è ubicata la piscina Caimi è di restituire ai cittadini l’impianto entro la prossima stagione estiva, evitando perdite di tempo se non giustificate da reali e dimostrate ipotesi alternative ed economicamente valide, rispetto a quelle offerte dalla Fondazione PierLombardo. 
Siamo convinti della necessità di interpellare e discutere con il più ampio numero possibile di cittadini ma ancor di più che a questi cittadini vadano date delle risposte concrete in tempi accettabili. 
Rimettere in discussione una decisione ampiamente condivisa sulla base di proposte (più o meno praticabili) che vengono via via modificate, porta (come di fatto avverrà) a un solo risultato: che non sarà possibile aprire la piscina al pubblico neppure nella prossima stagione, deludendo così le attese di chi si aspettava dei positivi cambiamenti per il miglioramento della qualità della vita nella nostra città.

Ribadiamo quindi quanto abbiamo già sostenuto in precedenti occasioni, condividendo la mozione approvata dal Consiglio di Zona 4, che è anche quella da lei sostenuta, sulla questione della ristrutturazione e riapertura al pubblico della piscina Caimi, invitandola, senza indugi, a dare il via alla convenzione per non compromettere la possibilità di usufruire dell’impianto nella prossima stagione estiva. 


Con i migliori saluti.

Coordinamento
Circolo PD Romana Calvairate

sabato 14 gennaio 2012

Porcellum inaccettabile, cambiamolo‏

il Partito Democratico è l'unica forza politica ad aver presentato formalmente la propria richiesta di riforma elettorale in Parlamento. La proposta può essere sintetizzata in 8 punti: clicca qui per conoscerli.

Ora il prossimo passo lo deve fare il Parlamento. Pier Luigi Bersani ha chiesto che la conferenza dei capigruppo di Camera e Senato si riunisca al più presto per stabilire un calendario dei lavori, perché il porcellum non può che aprire nuovamente un solco drammatico tra cittadini e istituzioni.
Guarda e condividi il video.

martedì 10 gennaio 2012

Scuola di politica 2012 del PD lombardo

UN PAESE DA RICOSTRUIRE

nella giustizia sociale, nella coscienza civile e democratica,
nella credibilità della politica e delle istituzioni.
per i dettagli vai al sito www.saperedemocratico.it

Inaugurazione della Scuola con Pierluigi BERSANI il 14 gennaio presso l'Assemblea regionale del PD lombardo, Teatro Elfo Puccini - Corso Buenos Aires 33, Milano.

Il corso si svolgerà ogni sabato mattina, lungo il semestre gennaio/giugno 2012 presso il Palazzo Pirelli in via F. Filzi 22. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione.

GLI ISCRITTI ALLA SCUOLA DI POLITICA SONO INVITATI A PARTECIPARE AI LAVORI DELL'ASSEMBLEA REGIONALE
vedi il programma (e segui la diretta web) su www.pdlombardia.it

  
Italia_puzzle_50

"Lezioni frontali, dibattiti, lavori di gruppo, tavole rotonde: un luogo permanente di studio e di elaborazione per una modalità d'impegno politico più consapevole, competente e, perché no, più esigente. Un luogo dove fare il pieno di "energie" guidati da tutor autorevoli, ma anche un luogo dove coltivare relazioni e crescere insieme"


                  
Responsabile
Annamaria Abbate

Comitato scientifico
Giovanni Battista Magnoli Bocchi
Dario D'Italia
Andrea Esposito
Luciano Fasano
Franco Monaco
Marco Pezzoni
Stefano Tosi

Segreteria organizzativa
Roberto Rampi
Maria Rosa Zanacchi
Laura Tagliaferri


In collaborazione col Gruppo Consiliare regionale PD

lunedì 9 gennaio 2012

Riunione martedì 10

Carissimi,
 
martedì 10 gennaio alle 21.00 ricominciano le attività del circolo con il seguente odg:
 
- Politica per Passione, prossime iniziative
- Piscina Caimi: interventi del circolo
- festa del tesseramento
- iniziative e proposte di autofinanziamento

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Il Coordinamento
Circolo Romana Calvairate

sabato 7 gennaio 2012

Il Circolo Pd RomanaCalvairate esprime la sua solidarietà a tutti gli iscritti del Circolo 02PD. La risposta a questi atti non potrà che essere maggiore impegno e maggiore passione nello svolgere la nostra attività all'interno dei circoli e tra la gente.

giovedì 5 gennaio 2012

Assemblea Pubblica sull’AREA C

Il Consiglio di Zona 4 organizza:

Presentazione del provvedimento e confronto con i cittadini



SABATO 14 GENNAIO 2012 ORE 15.00 POLO FERRARA – PIAZZA FERRARA 2


SARANNO PRESENTI

Pierfrancesco MAJORINO

ASSESSORE POLITICHE SOCIALI SERVIZI PER LA SALUTE


Pier Angelo TOSI

PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE MOBILITA’ ED AMBIENTE ZONA 4


LA CITTADINANZA E’ INVITATA A PARTECIPARE

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Il Coordinamento
Circolo Romana Calvairate

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Circolo PD Romana-Calvairate
via Tito Livio 27, Milano
tel.: 327 3399963
web: http://pdromanacalvairate.blogspot.com/
e-mail: pd.romanacalvairate@gmail.com

mercoledì 4 gennaio 2012

L'agenda di Bersani per le riforme. "E il momento del dialogo sociale"

Caro Direttore, come tutti dicono, abbiamo davanti un anno arduo e non semplice da interpretare. Vale forse la pena di "progettarlo" un po', togliendo di mezzo un eccesso di fatalismo. Vorrei cominciare con qualche prima idea. I tre punti d'agenda politica del PD – Lettera a “la Repubblica”

 
bersani scrive
1. La scena si apre sull'Europa. Fino ad ora le decisioni sono state deboli. L'agenda da qui a marzo di per sé non rassicura. Nelle opinioni pubbliche è ancora dura come il marmo quell'ideologia difensiva e di ripiegamento che le destre europee hanno coltivato,ricavandone inutili vittorie, e che i progressisti non hanno potuto o saputo contrastare, ricavandone larghe e dolorose sconfitte. Inutile illudersi. O si mette in comune rapidamente e seriamente la difesa dell'Euro (vincoli di disciplina, strumenti efficaci e condivisi contro la speculazione e per la crescita, politiche macroeconomiche coordinate) o sarà il disastro. Se davvero l'Italia è troppo grande sia per fallire che per essere salvata, allora è troppo grande anche per stare zitta. È tempo che ciascuno di noi faccia la sua parte in Europa; il Partito Democratico sta lavorando per la piattaforma comune dei progressisti europei. Ma è tempo anche di fare qualcosa assieme, qui in Italia. Governo e forze politiche possono determinare una posizione nazionale. Il Parlamento (che non esiste solo in Germania!) può articolarla e assumerla. Il nostro Presidente del Consiglio può interpretarla e gestirla al meglio. Le idee ci sono e vedo su di esse la possibilità di una larga convergenza. Il biglietto da visita delle nostre idee in Europa potrebbe essere così concepito: noi continueremo le nostre riforme e ci riserviamo ogni ulteriore iniziativa per rafforzare la nostra credibilità.

Ma non faremo più manovre. A chi raggiunge il 5% di avanzo primario che cosa altro si può chiedere? Nel caso, nessuno pensi di trattarci come la Grecia. Come si diceva, siamo troppo grandi e quindi parecchio ingombranti. Se ne tenga conto.

2. Torniamo qui ai nostri compiti. Salvare l'Italia significa, al concreto, contrastare la recessione, produrre crescita e occupazione, dare una prospettiva alla nuova generazione. Salvare l'Italia è possibile solo se cambiamento e coesione si danno la mano. Se coesione e cambiamento diventassero un ossimoro, non ci sarebbe speranza. L'azione di governo deve dunque possedere un metodo fondamentale e un fondamentale messaggio. Quanto al metodo, emergenza e transizione pretendono una forma particolare di dialogo sociale tale da sollecitare partecipazione e corresponsabilità, salvaguardando comunque la decisione tempestiva. Si può fare e, a parer mio, si deve fare. Ma voglio sottolineare in particolare il metodo politico. Il Governo troverà la sua forza in un rapporto stabile, permanente e ordinato con i Gruppi Parlamentari; un rapporto da allestire anche nella fase ascendente delle decisioni. Si parli di mercato del lavoro, o di liberalizzazioni, o di politica industriale, di pubblica amministrazione, di immigrazione, di Rai e di cento altri temi, esistono in Parlamento, da ogni lato, idee inevase da anni e non necessariamente divisive.

Dica il Governo il suo piano di lavoro, raccolga dal Parlamento orientamenti e idee e avanzi quindi le sue decisioni e le sue proposte. Noi non pretendiamo il cento per cento di quel che faremmo, e così sarà per gli altri. Ma la trasparenza e la chiarezza servono a tutti. Quanto al messaggio fondamentale, se nell'emergenza è in gioco il comune destino del Paese, si deve innanzitutto promuovere un'idea di comunità degli italiani. Ci si ricordi allora che la solidarietà è la materia prima di una comunità, è ciò che la distingue da una accozzaglia anarchica di interessi. Se vogliamo farcela, tutti assieme, i riflettori vanno dunque puntati su chi è più in difficoltà. Bisogna predisporre l'aiuto a chi sta vivendo e vivrà le condizioni più difficili, come l'assenza di lavoro, l'insufficienza di reddito o una disabilità abbandonata. Su questo, non ci siamo ancora. Occorre fare di più, cominciando col cancellare qualche inutile asprezza di alcune misure già adottate che suscitano un giusto risentimento

3. La grande parte delle forze politiche e parlamentari si dichiarano interessate e disponibili ad una iniziativa di riforma delle Istituzioni e della politica. Il Presidente della Repubblica la sollecita autorevolmente. È evidente che un simile percorso significherebbe stabilità per il Governo e maggiore credibilità della politica e delle Istituzioni nella prospettiva della nuova legislatura. Sto parlando della già avviata adozione di parametri europei nei costi della politica, di riduzione del numero dei Parlamentari, di riforma del bicameralismo, di radicale aggiornamento dei regolamenti parlamentari e, alla luce delle prossime decisioni della Corte, di riforma elettorale. Su tutto questo esistono proposte e appaiono possibili convergenze significative. Si intende fare sul serio? Intendiamo davvero passare dalle parole ai fatti? Questo pronunciamento tocca innanzitutto ai segretari dei partiti, ovviamente non solo a quelli che hanno votato la fiducia al Governo, ma a partire da loro. C'è poco tempo ed è quindi ora di prendersi impegni pubblici, espliciti e dirimenti.

I tre punti che ho segnalato dovrebbero essere, a parer mio, l'agenda di gennaio. Infine una parola per chi, nel gioco ormai stucchevole fra tecnica e politica, si predispone a promuovere, chissà in quali forme nuove, l'edizione 2012 dell'antipolitica. L'Italia ha già dato. Per quello che ci riguarda il Partito Democratico ha compiuto un gesto propriamente politico, trasparente e generoso, nel sostenere questa transizione e si predispone ad offrire agli elettori, quando sarà il momento, una proposta riformista e democratica di ricostruzione, alternativa al decennio populista. Siamo pronti a riconoscere in termini nuovi i codici e i limiti della politica. Anche in questo difficile passaggio, tuttavia, siamo convinti di poterne rafforzare la dignità e l'indispensabile ruolo.